Israel Start-Up Nation, Michael Woods: “Voglio aiutare il ciclismo ad avere una coscienza ambientale”

Michael Woods si schiera a sostegno dell’ambiente. Nella settimana in cui alcune aziende del ciclismo hanno scritto una lettera per impegnarsi a ridurre le proprie emissioni di gas serra, anche il corridore della Israel Start-Up Nation ha rivelato di essere impegnato per cercare di ridurre al minimo il suo impatto sull’ambiente. Il canadese ha spiegato di rivolgersi ad alcune associazioni per la compensazione di anidride carbonica per quanto riguarda le gare e di aver adattato il suo stile di vita per aiutare l’ambiente, sperando di poter far passare il suo messaggio anche a tutto l’ambiente del ciclismo.

“Mi interesso della compensazione di anidride carbonica per tutte le mie gare – ha spiegato a Cyclingnews – Mi rivolgo a un sito che si chiama Gold Standard per trovare della associazioni che mi aiutano in questo. Mi hanno aiutato con l’impatto sull’ambiente perché da corridore è abbastanza grande (tre volte in più rispetto a chi abita nella sua stessa regione e non è un ciclista del WorldTour – ndr). Ma questa è solo l’ultima cosa, perché anche nella vita di tutti i giorni sto provando a ridurre il mio impatto sull’ambiente più che posso. […] Mangio meno carne e compro cose locali, cerco di minimizzare i miei rifiuti domestici e mi muovo in bici ogni volta che posso ad Andorra (dove vive – ndr)”.

Azioni che il classe ’86 spera possano essere prese ad esempio anche da altre persone nel suo mondo: “Quello che noi possiamo fare è solo una piccola goccia nell’oceano paragonato all’inquinamento industriale, ma se posso usare la mia piattaforma per ispirare gli altri e anche i team fanno la loro parte, allora tutto aiuta. Voglio che le persone nel mondo del ciclismo abbiano una maggiore coscienza ambientale,  poi possono votare come credono. Quando voteranno con in mente l’ambiente, sarà il momento in cui le politiche cambieranno e potremo migliorare le cose. Tutti dobbiamo fare quel che possiamo”.

Il trentacinquenne ad esempio, si è rivolto sia al suo team che alle istituzioni del ciclismo: “Ho parlato con l’UCI e con la Israel per ridurre l’impatto sull’ambiente. Per esempio, il team cambierà il suo parco auto per il prossimo anno: avremo due veicoli elettrici e il resto saranno elettriche ibride plug-in, che ridurranno il nostro impatto. Stiamo cercando anche di capire con gli sponsor come possiamo ridurre imballaggi e spedizioni. Sono sempre stato disilluso da quanto inquiniamo come ciclisti. Riceviamo tanti prodotti dagli sponsor a inizio stagione e tutto viene imballato in plastica e ci viene inviato. Questo deve cambiare”.

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